Sotto: Isola Bisentina

Foto di EDO PARRI

 

Sotto: Isola Bisentina, Dicembre 2022.  Foto di EDO PARRI

 

Sotto: Isola Bisentina, Novembre 2023.  Foto di EDO PARRI

 

Sotto: Areale del Picchio muraiolo

 

 

Avvistamenti e presenza nel lago di Bolsena e nel Lazio

L’avvistamento di una coppia di Picchio Muraiolo da parte Edo Parri sui costoni dell’Isola Bisentina e in più occasioni  nel mese di ottobre 2022, e successivamente a dicembre, poi l’anno successivo a Novembre 2023, è davvero straordinario. È un grande tributo, vista la difficoltà di avvistamento della specie. Anche perché si vede l’uccello di solito vivere in alta quota, nel Lazio nei monti reatini, etc, e di solito la letteratura lo vede scendere a bassa quota solo di inverno. In realtà nel Nuovo atlante degli uccelli nidificanti nel Lazio, qui sotto riportato, vede il Picchio Muraiolo, citando un autore del XIX secolo “… comune e nidificante nel distretto di Montefiascone in provincia di Viterbo” (Giglioli, 1889). Quindi se ne constata, e a quote più basse, un piccolo areale in zona da più di cento anni. (P.B)

p.s. A fine Gennaio 2023, Edo Parri, che gira nel lago in canoa soprattutto l’ inverno,  non ha più visto la coppia, teme se ne siano andati. (sic)

 

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PICCHIO MURAIOLO (Tichodroma muraria-LINNEUS 1766)

Ordine: Passeriforme Famiglia: Tichodromadidae

                                                Fonte: Nuovo atlante degli uccelli nidificanti nel Lazio

 

Note tassonomiche, corologia e fenologia

Specie a distribuzione paleartica, con un areale frammentato in Europa centrale e meridionale in cui è presente solo in aree montane, generalmente a quote di 1.000-2.000 m, fino a 2.700 m sulle Alpi. Sedentaria in ambienti di alta quota, erratica nel periodo invernale verso quote più basse compiendo anche spostamenti di una certa entità. In Europa la specie è circoscritta ai rilievi montuosi della regione mediterranea e del Caucaso. In Italia la specie è distribuita su tutto l’arco alpino e sui maggiori rilievi dell’Appennino (Velino, Maiella, Gran Sasso, Monti della Meta). Non si conoscono segnalazioni recenti nelle isole dove, in passato era riportata come molto rara; risulta tuttavia regolarmente nidificante in Corsica (Thibault, 1993) dove è stata osservata anche dall’autore sul Monte Cinto.

Distribuzione e consistenza nel Lazio La specie ha una distribuzione molto ristretta ed una presenza molto localizzata. Solo tre le segnalazioni registrate nella presente indagine, localizzate sul Preappennino (Monte Navegna, RI) e sull’Appennino (Montagne della Duchessa, RI). Nel precedente Atlante (Boano et al.,1995) la specie era stata osservata in più comprensori montani: Montagne della Duchessa, della Laga, Reatini ed Ernici, con il doppio delle segnalazioni. La consistenza di questa specie nel Lazio è stimabile in 5-10 coppie. È possibile che la diminuzione delle osservazioni, sei unità di rilevamento rispetto alle due attuali, possa dipendere anche da una scarsa copertura delle indagini. Non si hanno per il passato indicazioni precise sulla distribuzione, salvo una segnalazione (Giglioli, 1889) che lo riporta “comune e nidificante nel distretto di Montefiascone in provincia di Viterbo”.

Preferenze ambientali nel Lazio Nel Lazio la specie frequenta essenzialmente i gruppi che si elevano a quote superiori ai 2.000 m caratterizzati da quote elevate e pareti scoscese. Le tre osservazioni registrate si riferiscono a quote che vanno dai 733 ai 2.175 m s.l.m., tutte associate alla presenza di estesi ambienti rupestri. Nei mesi invernali frequenta quote minori, anche in vicinanza di abitati (alcune osservazioni riportate nel precedente Atlante si riferiscono ad ambienti alto collinari, costieri e urbani: Sassoni di Furbara, Gole del Melfa, M. Rufe­no, fiume Fiora c/o Isola Farnese, promontorio del Cir­ceo, Roma).

Status e conservazione La popolazione europea è relativamente piccola con meno di 100 mila coppie, ma considerata stabile nel trentennio 1970-2000, sebbene manchino gli andamenti in alcuni Stati europei chiave come la Francia e la Spagna (Birdlife International, 2004). Il modello previsionale, riportato nell’atlante climatico degli uccelli europei, ipotizza per la fine del XXI secolo lo slittamento verso il centro Europa dei territori di nidificazione e la scomparsa di questa specie da gran parte dei gruppi montuosi dell’Europa meridionale ed in particolare dall’Appennino centrale (Huntley et al., 2007). Nella lista rossa nazionale la specie è definita a basso rischio (LIPU e WWF, 1999). Sono segnalati alcuni effetti del disturbo ai siti riproduttivi dovuti agli sport alpinistici (Hagemeijer e Blair, 1997).

Aldo Boano

 

 

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Fonte: www.uccellidaproteggere.it        di Karol Tabarelli de Fatis

Il Picchio muraiolo, generalmente stanziale, ha il suo habitat in alta montagna, al limite delle nevi perenni, ma durante la stagione fredda scende a quote più basse, talvolta cercando riparo tra ruderi e altre strutture quali castelli, torri, chiesette, ponti o dighe, un’abitudine diffusa soprattutto tra le popolazioni del versante transalpino, ma documentata anche in Valle d’Aosta. Specie che si presta ad essere addomesticata, il Picchio muraiolo è lungo non più di 20 centimetri e possiede grandi ali dalla forma arrotondata – che una volta aperte lo rendono simile a una farfalla – ampiamente macchiate di un bel rosso carminio, che contrasta con il bruno e le macchie bianche circolari alle estremità.

Il resto del corpo è grigio, la gola scura, mentre la coda è nera con bordo bianco. La livrea delle femmine non presenta differenze accentuate, anche se i colori sono meno vivi. Essenziale il lungo becco, dalla forma ricurva, con cui cattura facilmente gli insetti (unico componente della sua dieta) nascosti negli interstizi delle rocce.

Preferisce le pareti esposte a nord durante la stagione calda, essendo queste umide e dalle temperature meno elevate. In primavera e in estate si può trovare a un’altitudine compresa tra i 1300 e i 3000 metri. Sulle Alpi le popolazioni si concentrano tra i 1000 e i 2000 metri. All’arrivo dell’inverno va alla ricerca di temperature più miti e si sposta sulle rupi esposte ai raggi solari, scendendo sotto i 1500 metri e talvolta anche fino alla pianura.

Giunto il periodo della nidificazione, la femmina depone 3 o 4 le uova deposte, dopodiché la cova dura una ventina di giorni. Piuttosto lunga la permanenza dei piccoli al nido, che può arrivare a 4 settimane.

Prospettive

Quella del Picchio muraiolo è una specie poco studiata, fatta eccezione per contributi a carattere per lo più locale: è dunque auspicabile uno studio approfondito relativo all’ecologia e alla biologia riproduttiva, ma anche alla dinamica di popolazione e al possibile impatto dei cambiamenti climatici sulla specie. Risulta comunque impossibile proporre un Favourable Reference Value per questa specie, per la quale l’unica informazione che è generalmente riportata è la presenza in basse densità. Le popolazioni appenniniche potrebbero essere trattate separatamente e un FRV potrebbe venire calcolato se fossero disponibili informazioni (al momento mancanti) sui parametri demografici e riproduttivi fondamentali.

Minacce

L’ambiente occupato dalla specie è in molti casi uno dei più stabili e meno soggetti ad alterazione antropica. Nonostante questo, non va sottovalutato l’effetto potenzialmente negativo sulla specie del riscaldamento globale. Inoltre il disturbo dell’uomo, di qualunque natura esso sia, risulta localmente d’impatto, in particolare quello dovuto ad attività svolte presso le pareti utilizzate dalla specie come siti riproduttivi. Particolarmente disturbante risulta l’arrampicata sportiva, ma anche le attività estrattive sono deleterie per le coppie insediate presso cave. Sono stati segnalati tentativi di predazione nei confronti dei piccoli, in particolare sono stati osservati ermellini intenti a inseguire i giovani da poco usciti dal nido.

Stato di salute

Attualmente classificato come sicuro in Unione europea, il Picchio muraiolo presenta uno stato di conservazione favorevole anche a livello continentale. Nel complesso si registra stabilità della popolazione nidificante nel periodo 1970-1990, seguita da trend sconosciuto nel periodo 1990-2000. La popolazione dell’Unione Europea è stimata in 16.000-40.000 coppie. Il 40-42% della popolazione continentale della specie e una frazione compresa tra il 5% ed il 24% di quella globale nidificano nell’Unione europea. La popolazione italiana, che appare stabile, è pari a circa il 6% di quella continentale complessiva e al 12.5%-15% di quella dell’Unione europea. Non è stato redatto un Piano d’Azione internazionale o nazionale sulla specie, che non è stata inserita nella Lista Rossa Nazionale. Tuttavia la legislazione venatoria italiana non consente la caccia del Picchio muraiolo (Art. 2, 157/92). Semaforo Il Picchio muraiolo mostra probabilmente stabilità; anche il range della specie sembra lo stesso del recente passato e l’habitat è in generale stabile e relativamente preservato. Tuttavia la popolazione appenninica è sicuramente più vulnerabile a causa dell’isolamento e della ridotta consistenza e probabilmente più suscettibile ad eventuale impatto negativo del riscaldamento climatico. Per assecondare un’evoluzione positiva occorre mantenere condizioni idonee alla specie nei siti riproduttivi, minimizzando l’impatto antropico nelle località potenzialmente sedi di conflitto tra attività umane e riproduzione della specie. Utile anche indagare l’ecologia della specie e valutare il possibile impatto dell’isolamento delle popolazioni appenniniche e dei cambiamenti climatici.

Canto

Il verso del Picchio muraiolo risulta particolarmente sottile e pigolante. Più simile a un fischio che a un canto, alterna due lunghe note che risuonano tra le pareti rocciose.

Tra le specie in assoluto più difficili da osservare rientra il Picchio muraiolo. Abitante delle montagne, nidifica tra i crepacci delle pareti rocciose, soprattutto quelle a strapiombo, dove riesce ad arrampicarsi grazie agli artigli ricurvi, tanto che il suo nome cinese significa “fiore delle rocce”. 

  • Ascolta il canto del Picchio muraiolo
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