Spiaggia di San Lorenzo Nuovo. Corrieri piccoli con Combattente.
Sotto, Tre corrieri piccoli .
Foto di Alina Briciu
Spiaggia di San Lorenzo Nuovo. Corrieri piccoli con Combattente.
Sotto, Tre corrieri piccoli .
Foto di Alina Briciu
Avvistamenti e presenze sul lago di Bolsena e nel Lazio
Avvistato e fotografato nelle spiagge di San Lorenzo Nuovo (Foto di Alina Briciu)
Corriere piccolo (Charadrius dubiu) Fonte: Nuovo atlante degli uccelli nidificanti nel Lazio. 2011
Stato della specie
Specie politipica a distribuzione paleartico-orientale. In Italia, il Corriere piccolo è specie nidificante, migratrice e svernante (Brichetti e Fracasso, 2004).
Nel decennio 1991-2000, la popolazione svernante in Italia è risultata di poche decine di soggetti con un massimo di 57 individui rilevato nel 1995. La popolazione svernante appare fortemente concentrata: il 90% degli individui sono stati censiti in 10 siti distribuiti nelle regioni centro-meridionali (Baccetti et al., 2002).
Svernamento nel Lazio Nel Lazio,
malgrado sia una specie presente regolarmente durante la migrazione (Trotta, 2000), la consistenza dei contingenti svernanti è molto limitata, con una media di 0,9 individui rilevati nel periodo 19912008 e un massimo annuale di 5 individui nel 1999. La presenza nelle diverse zone umide regionali è irregolare: nel Litorale Romano osservato in 5 dei 18 anni investigati, ai Laghi Pontini in 2 anni e in altri quattro siti in un solo anno.
Biondi et al. (2007a) riportano che sulle coste laziali, nel periodo 2006-2007, la specie ha frequentato d’inverno le seguenti tipologie ambientali: “duna” (45,4% delle 11 osservazioni), “foce” (18,2%) e “sbancamento” (36,4%). Durante la migrazione e lo svernamento frequenta anche pascoli salmastri e coltivi.
Per la piccola popolazione svernante nella regione non si evidenziano fattori di minaccia particolari.
Alberto Sorace
Fonte: Avifauna svernante nelle zone umide del Lazio
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Distribuzione e consistenza nel Lazio
La distribuzione della specie rispetto al precedente Atlante (Boano et al.,1995) appare più diffusa lungo la costa ma in contrazione in aree interne (Rieti e Frosinone). Dalla carta della distribuzione il Corriere piccolo appare più comune lungo la fascia costiera e meno lungo i bacini idrografici del Fiume Paglia e dell’Alto Tevere.
Negli ultimi 10 anni la sua nidificazione è stata accertata in 27 maglie UTM di cui 18 in modo certo. Tuttavia la specie registra un marcato trend negativo (- 50%) (Biondi e Pietrelli, 1999; Pietrelli et al., 2004) e attualmente si possono stimare 42 coppe nidificanti (Biondi et al., 2009).
Preferenze ambientali nel Lazio
L’indagine ha confermato la grande selettività della specie per le aree aperte con scarsa vegetazione in prossimità o all’interno di zone umide. Tutti i casi di nidificazione rilevati (n = 23) sono stati inclusi in soli tre ambienti: Corpi d’acqua per il 48%, Aree aperte con vegetazione rada per il 35%, Zone Umide per il 17%. In studi precedenti, su 53 nidificazioni, il 73% si è svolto in ambienti dunali, aree industriali, terreni di riporto, cave ed ambienti costieri con acque dolci o salmastre (Biondi et al., 2000). Nell’ambiente dunale, questa specie appare in competizione con il conspecifico C. alexandrinus. Riguardo la distribuzione altimetrica, anche in questo caso la specie occupa prevalentemente aree a livello del mare, in prossimità della costa, nelle foci e nelle pianure costiere. Nel 95% dei casi è stato trovato nidificante tra i 0-250 m s.l.m., il resto nella fascia successiva (251-500 m).
Status e conservazione
Lo stato di conservazione in Europa è valutato come “sicuro” e una popolazione stimata in 110.000240.000 coppie (BirdLife International, 2004). In Italia nella Lista Rossa è considerata specie “a più basso rischio” (LIPU e WWF, 1999). La popolazione è stimata in 2.300-4.000 coppie (Brichetti e Fracasso, 2004), di cui 1.000-1.500 nel centro-sud dove la specie appare in declino (Biondi et al., 2000) ma in Italia, in particolare nel centro sud, il Corriere piccolo viene segnalato come specie in declino (Biondi et al., 2000, BirdLife International, 2004). Attualmente la specie nella regione appare in espansione in ambienti temporanei antropizzati quali aree industriali e cave (+ 43%) (Biondi et al., 2009). Tra le minacce principali segnaliamo: perdita generalizzata di habitat e disturbo antropico, pulizia meccanica delle spiagge, erosione marina, livello instabile delle acque lungo i fiumi e aumento della predazione naturale (specialmente Corvidae) (Biondi et al., 2000; Biondi et al., 2009).
Massimo Biondi e Loris Pietrelli
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Corriere piccolo (Charadrius dubius SCOPOLI, 1786) Fonte: wikipedia e www.uccellidaproteggere.it
Ordine: Charadriiformes Famiglia: Charadriidae
Il Corriere piccolo ha dimensioni modeste – non supera i 15 cm di lunghezza – e corporatura esile. Anche il becco è corto e sottile, la coda tondeggiante, mentre le ali appaiono lunghe e appuntite, con un’apertura alare che può raggiungere i 42-48 cm. In entrambi i sessi, la livrea appare bruno-chiara sul dorso, bianco è invece il ventre. Il collo è circondato da una banda nera, così come nere si mostrano la base e la parte superiore della fronte, le redini, le aree perioculari e auricolari; a differenza delle zampe, che evidenziano tonalità più chiare e tendenti al rosa.
Piuttosto ampio è l’areale di nidificazione della specie: dalle coste atlantiche dell’Europa all’Africa settentrionale, fino all’Estremo Oriente e al Giappone, tendenzialmente al di sotto del 60° parallelo. Tre le sottospecie conosciute, di cui la C. d. curonicus è presente nel Paleartico occidentale. In Europa come nel nostro Paese la specie è nidificante mentre lo svernamento avviene a sud del Sahara, dal Senegal al Golfo di Guinea, fino alla Somalia e al Niger, lago Chad, Valle del Nilo e Sudan. Modesti contingenti svernanti si ritrovano anche in alcuni siti del Mediterraneo, tra cui l’Italia, dove poche decine di coppie sono censite con regolarità nelle due isole maggiori.
Il Corriere piccolo frequenta ambienti con sassi e ghiaia, quindi greti e isolotti di corsi d’acqua, laghi, stagni, lagune costiere, saline. Gradualmente, sta colonizzando ambienti artificiali con caratteristiche simili agli habitat naturali: sottofondi di inerti per costruzioni, cave di sabbia o ghiaia. Di indole vivace, possiede un volo rapido e basso con battiti d’ala regolari. Lo stormo in volo assume una formazione piuttosto compatta e gli individui che lo compongono compiono evoluzioni sincrone. Sul terreno, corre celermente e compie arresti improvvisi per raccogliere il cibo.
La stagione riproduttiva è compresa tra aprile e luglio. L’accoppiamento è preceduto da voli di parata “sfarfalleggianti” con emissione di particolari richiami. Il maschio predispone sul terreno diverse depressioni, in una delle quali la femmina individua il nido, che decora con piccoli ciottoli, frammenti di conchiglie e di vegetali secchi. In genere vengono deposte 4 uova, per due covate l’anno, che sono incubate sia dalla femmina sia dal maschio per 24-25 giorni. I pulcini abbandonano il nido subito dopo la nascita e vengono accuditi da entrambi i genitori.
Prospettive
Specie poco studiata, per la quale si hanno informazioni per lo più puntiformi e generalmente relative a situazioni locali. Trattandosi di specie in decremento in Italia, sono auspicabili studi estesi su ecologia e biologia riproduttiva, in particolare nelle aree di presenza delle popolazioni più importanti. Particolarmente importanti sono approfondimenti sulle mutate abitudini della specie, che sempre di più sta colonizzando ambienti antropizzati – dove però successo riproduttivo e tasso di sopravvivenza dei pulcini risultano estremamente bassi – a discapito di ambienti naturali. È il caso del Lazio, dove a fronte di una situazione di generale decremento è stata osservata una forte espansione in ambienti temporanei antropizzati quali aree industriali e cave – anche superiore ai 40 punti percentuali – a fronte di una fortissima regressione lungo la fascia dunale (-68%). Sulla base dei valori di densità disponibili per il territorio italiano ed europeo, è ipotizzabile un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie pari a 4 coppie per km a scala locale lungo corsi d’acqua idonei ad ospitare la specie in periodo riproduttivo. Per ambienti particolarmente idonei – quali ex cave rinaturalizzate – tale valore potrebbe raggiungere una coppia per ettaro. Nel complesso, le misure più importanti per la conservazione del Corriere piccolo consistono nell’evitare il disturbo antropico durante il periodo riproduttivo – balneazione, motocross, fuoristrada, pesca sportiva, cani – soprattutto lungo i greti fluviali (in particolare le isole centrali dei corsi d’acqua) e le aree costiere. Vanno altresì evitati interventi di regimazione idraulica tali da distruggere i siti idonei ad ospitare i nidi.
Minacce
Nonostante la specie sia particolarmente adattabile e in grado di colonizzare ambienti antropizzati e degradati, il successo della nidificazione in habitat di tale natura risulta particolarmente incerto, essendo le covate molto vulnerabili rispetto alle attività umane. Anche in corrispondenza di ambienti naturali – ad esempio i greti fluviali – la specie risente fortemente del disturbo arrecato dall’uomo, come quello dovuto agli interventi di regimazione dei corsi d’acqua e messa in sicurezza delle sponde, nonché all’eventuale presenza di pescatori, bagnanti, motociclisti, escursionisti sul greto e lungo le rive. I nidi risultano inoltre vulnerabili alle variazioni del livello delle acque, che si verificano spesso in corrispondenza dei fiumi o delle sponde lacustri, nonché alla predazione naturale, alla “ricrescita” della vegetazione – con tendenza a “chiudere” gli ambienti idonei – e all’erosione delle coste. Successo riproduttivo e tasso di sopravvivenza dei pulcini possono risultare particolarmente modesti nelle aree di nidificazione artificiali quali le cave di ghiaia. Poiché la specie nidifica a terra, altre cause di perdita delle uova o dei pulcini possono essere rappresentate da episodi di “calpestamento” – per esempio da parte di cani, altri mammiferi o dall’uomo stesso – e di innalzamento del livello dell’acqua dovuto a temporali estivi. Nella tenuta di Castelporziano, la predazione ha inciso sull’85% dei nidi; il successo riproduttivo è risultato molto variabile, oscillando tra 25,5 e 64%. In Liguria è stata riscontrata predazione sulle uova e i pulcini da parte di Cornacchia grigia e, in misura decisamente inferiore, da parte di Gabbiano reale. Nel complesso, la specie in Italia risulta in decremento, pur con esempi di stabilità locale. Nel Bolognese, ad esempio, si contano una quarantina di coppie, stabili tra il 1984 e il 1999. Nel Lazio appena 57 coppie tra il 2001 e il 2002, con un decremento del 23%. Nella regione biogeografica continentale – ove la specie è presente con le popolazioni più importanti, 1.000-2.000 coppie in Pianura Padana – si evidenziano segni di declino, come ad esempio in Piemonte, dove ben 57 unità di rilevamento nel 2007 non sono state confermate rispetto alla precedente indagine degli anni ’80 (con una diminuzione del 16% in termini di trend). Più stabile la situazione in Sicilia, dove il recente Atlante non ha evidenziato sostanziali cambiamenti (150-200 coppie stimate).
Stato di salute
Lo stato di salute della specie viene valutato favorevole sia a livello continentale sia limitatamente ai territori dell’Europa “comunitaria”. La popolazione nidificante ha conosciuto un leggero incremento in Europa nel periodo 1970-1990, mentre nel successivo decennio 1990-2000 è rimasta stabile a livello di Unione europea, e ha subito un leggero declino su scala continentale, pur continuando ad essere valutata come ‘sicura’ in quanto le popolazioni chiave di alcuni Paesi – quali Russia, Bielorussia e Ucraina – sono rimaste stabili. Attualmente, la popolazione nidificante nell’Ue è stimata in 40.000-61.000 coppie, pari al 25-36% della popolazione continentale complessiva e a una frazione compresa tra il 5% ed il 24% della popolazione globale della specie. La popolazione italiana veniva stimata in 2.300-4.000 coppie, pari al 6% della popolazione “comunitaria”, in decremento nel periodo 1990-2000. Nel nostro Paese, il Corriere piccolo è migratore regolare, nidificante e svernante. La popolazione svernante è stata stimata in 30-80 individui, con osservazioni regolari in Sardegna e Sicilia (media di 31 individui in 10 siti tra il 1991 e il 1995, 16 individui in 15 siti tra il 1996 e il 2000). Come nidificante, la specie è presente un po’ in tutto il Paese, ma con distribuzione non uniforme: più diffusa in Pianura Padana, sui medio-alti versanti tirrenico e adriatico, in Sardegna e Sicilia, più scarsa sull’Appennino centrale, in Puglia e Calabria. I contingenti in transito e svernanti nel nostro Paese provengono dall’Europa centrale e centro-orientale. Le località di inanellamento sono distribuite abbastanza ampiamente nelle regioni settentrionali adriatiche e lungo la costa tirrenica toscana e campana. I siti di marcaggio sono localizzati in una serie di zone umide interne, alcune delle quali vedono buoni numeri di inanellamenti, come nel Veneto centrale. I campioni numericamente più rilevanti di pulcini sono stati marcati in aree costiere toscane e interne del Friuli. Le aree di inanellamento dei soggetti segnalati in Italia comprendono essenzialmente l’Europa centro-settentrionale continentale, con una percentuale bassa di casi legati alle coste del Mare del Nord e del Baltico, e una forte prevalenza di soggetti provenienti dalla Germania. Nell’ambito Mediterraneo, spiccano le ricatture di Corrieri piccoli marcati nell’area della Camargue francese. Singole ricatture provengono rispettivamente dalla Tunisia e da Cipro. In Italia le segnalazioni si concentrano lungo le coste, sia tirrenica che adriatica, con singole osservazioni sulle isole maggiori. Il Corriere piccolo è considerato specie “a più basso rischio” nella Lista Rossa Nazionale, a causa della distribuzione frammentata. Risulta, inoltre, specie non cacciabile in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).
Canto
Dal fraseggio semplice e piuttosto acuto, è più facile ascoltarlo in primavera, quando il Corriere piccolo si esibisce in voli nuziali e dispute territoriali, con forti richiami udibili anche a distanza.
Quando posato e immobile sul terreno, il Corriere piccolo mostra doti di grande mimetismo. Per alimentarsi a terra o nelle acque poco profonde fa brevi corsette e si arresta di colpo, nutrendosi di piccoli invertebrati, con il becco. Se non minacciato, tollera abbastanza bene la presenza dell’uomo. Molto noto è il suo comportamento per difendere il nido da eventuali predatori: l’adulto si allontana per attirare su di sé l’attenzione, battendo goffamente le ali come fosse ferito e facendosi seguire; una volta allontanato il predatore, torna rapidamente verso il nido. Talvolta un terzo individuo, maschio o femmina, aiuta la coppia nell’incubazione delle uova, nella cura dei pulcini e nella difesa del territorio. Forse si tratta di figli o “partner” dell’anno precedente…