Qui sotto: Gruppo di Svassi piccoli arrivati ad inizio gennaio 2023
(contati 96 da Alina Briciu)
Foto di Alina Briciu,
Gennaio 2023
Qui sotto: Gruppo di Svassi piccoli arrivati ad inizio gennaio 2023
(contati 96 da Alina Briciu)
Foto di Alina Briciu,
Gennaio 2023
Sotto: Svasso piccolo, in livrea riproduttiva, aprile 2023
Foto di Alina Briciu
Avvistamenti migrazioni e nidificazione nel lago di Bolsena e nel Lazio
Svasso Piccolo (Podiceps nigricollis) FONTE: Avifauna acquatica svernante nelle zone umide del Lazio. 2009
Stato della specie
Specie politipica a distribuzione subcosmopolita; in Italia migratrice regolare, svernante regolare e nidificante irregolare mentre nel Lazio è migratrice regolare, svernante regolare ed estivante irregolare (Brichetti e Fracasso, 2003). Diffuso in maniera piuttosto uniforme in tutto il Paese con prevalenza del settore costiero, in particolare lungo l’Adriatico settentrionale (4 siti di importanza internazionale); è la seconda specie più abbondante tra gli svassi svernanti in Italia, nel periodo 1991-1995 è stata registrata una media di 11.575 individui in 104 siti, con un consistente incremento nel periodo 1996-2000, con una media di 15.880 individui in 164 siti (+37%) (Baccetti et al., 2002).
Svernamento nel Lazio
Dal 1991 al 2000, come anche riscontrato a livello nazionale, si assiste ad un incremento piuttosto costante della specie (da 388 a 1.222 indd., che costituiscono anche il picco massimo regionale raggiunto), cui segue un decremento, più o meno regolare, nel periodo 2001-2004 (da 635 a 502 indd.), che ha interessato in modo marcato il Lago di Bracciano ed il Lago di Bolsena; si assiste quindi ad una nuova fluttuazione, con un aumento nel 2005-2006 ed un decremento nel 2007-2008. Complessivamente l’andamento è stabile con una media di 783,3 individui, pari a circa il 5,6% della popolazione svernante in Italia nel periodo 1991-2000.
Nel periodo 1991-2008 la specie è stata registrata in 17 siti del Lazio, sia costieri che interni. Il Lago di Bolsena (media di 331,5 indd.), i Laghi Pontini (media di 182,6 indd.) e il Lago di Bracciano (media di 139,7 indd.) si confermano siti di importanza nazionale; il Lago di Vico, sito di importanza nazionale nel periodo 91-95 (Serra et al., 1997), non più riconfermato come tale nell’analisi complessiva 91-2000 (Baccetti et al., 2002), anche nel periodo 2001-2008 presenta valori al di sotto della soglia di interesse nazionale, con una media complessiva per tutto il periodo 91-2008 di 115,3 individui. Gli habitat preferenziali per lo svernamento sono risultati costituiti da grandi bacini lacustri vulcanici d’acqua dolce interni e dalle estese lagune salmastre costiere. Il comportamento gregario nelle fasi di ricerca del cibo rende particolarmente rilevante la mortalità causata dalla presenza di reti da pesca. Un altro fattore di criticità sembra essere costituito dal disturbo indotto dall’attività venatoria; l’incremento di presenze registrato nel Lago di Bracciano è stato infatti contestuale alla chiusura dell’attività venatoria in tutto il bacino (Brunelli et al., 1998).
Enrico Calvario
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Svasso piccolo (Podiceps nigricollis BREHM, 1831) Fonte: www.uccellidaproteggere.it
Ordine: Podicipediformes Famiglia: Podicipedidae
Lo Svasso piccolo è presente in aree ricche di vegetazione nei pressi di laghi d’acqua dolce ed è diffuso in Europa centro-orientale, Gran Bretagna, Italia e Spagna meridionale. Si può avvistare anche in altri continenti, quali Asia, Africa, aree settentrionali del Sudamerica e sudovest degli Stati Uniti. Il nome del genere deriva dalla fusione di podicis (deretano) e pedis (piede), riferendosi alla posizione delle gambe sul corpo. L’epiteto nigricollis nasce invece dall’unione di niger (nero) e collum (collo), proprio per il tipico colore scuro che la specie presenta in questa parte del corpo.
Nidifica ai margini di bacini acquiferi, deponendo in media due uova. Lo Svasso piccolo ha una lunghezza che varia dai 28 ai 34 cm. Gli adulti sono riconoscibili, nel periodo estivo, per la testa nera e le orecchie di colore giallo. In inverno, invece, lo Svasso piccolo si trasforma e le sue piume si tingono di bianco, anche se conserva un cappuccio nero. Gli individui giovani hanno un colore maculato e capita spesso di vederli andare in giro sulla schiena degli adulti che, nei primi giorni di vita, li guidano nell’esplorazione dell’ambiente circostante.
Lo Svasso piccolo si nutre di pesce, insetti, larve acquatiche che cattura immergendosi sott’acqua. È un ottimo nuotatore e tuffatore, e usa queste sue “doti” anche per fuggire con rapidità di fronte al pericolo. Durante la fase del corteggiamento, il maschio si pone verso la femmina emettendo un verso melenso e dolce, che usa per conquistarla.
Prospettive
Riguardo alla popolazione nidificante, coppie di Svasso piccolo sono state monitorate in diverse regioni dell’Italia centro-settentrionale – Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia – ma la specie non sembra avere popolazioni o insediamenti stabili nel nostro Paese. Per questo non è possibile formulare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV).
Analizzando invece il contingente svernante in Italia e prendendo in considerazione i dati relativi al decennio 1991-2000, lo Svasso piccolo risulta la seconda specie più numerosa tra gli svassi e la sua popolazione è caratterizzata da un certo incremento numerico. Secondo le serie storiche disponibili, tra il 1996 e il 2000 la media della popolazione della specie ha mostrato un aumento del 37% rispetto a quella censita nel periodo 1991-1995, fino al picco del 1998, quando sono stati contati 17.036 individui. L’aumento della popolazione segue peraltro un andamento non regolare, così come non costante è l’indicatore che mostra la copertura dei siti nelle varie aree.
Facendo riferimento all’indice di areale della specie, invece, si nota come il valore sia in crescita fino al 1996, per poi subire una leggera contrazione negli ultimi anni. Il numero delle località occupate dai soggetti svernanti almeno una volta nell’ultimo decennio è di 188. Nel complesso, la distribuzione del contingente svernante risulta alquanto concentrata: infatti, i 14 siti più importanti a livello internazionale ospitano quasi il 90% della popolazione nel periodo che va dal 1996 fino al 2000. Nonostante i numeri elevati censiti sul Lago di Garda e in alcuni invasi d’acqua dolce dell’Italia centro-meridionale e insulare, le aree lagunari soggette a marea dell’Adriatico settentrionale rimangono quelle più significative per lo svernamento della specie. In termini numerici, il trend della popolazione svernante mostra un generale incremento, pari, in media, al 5,9% l’anno. Nel quinquennio 1998- 2003 l’aumento non è stato tuttavia significativo come quello registrato nel corso degli anni ’90, né sembrano essersi verificati episodi di espansione di areale, per una popolazione che resta concentrata in pochissimi insediamenti principali.
Minacce
Lo Svasso piccolo in inverno vive solitamente in ambienti caratterizzati da laghi e lagune, ma può frequentare anche le coste marine. È una specie rara e irregolare come nidificante nel nostro Paese, motivo per cui i dati che la riguardano sono ancora piuttosto scarsi. Va da sé, poi, come i pochi siti adatti alla riproduzione della specie rendano la popolazione nidificante estremamente vulnerabile e sensibile rispetto a variazioni locali dell’habitat e ad altri fattori di impatto anche su piccola scala.
In Italia, il contingente più significativo di Svasso piccolo è formato da individui svernanti e migratori, la cui abbondanza può essere influenzata da una molteplicità di fattori, incluse le condizioni climatiche nei quartieri settentrionali di svernamento. Nel nostro Paese, i luoghi più importanti per lo svernamento della specie sono le lagune dell’Alto Adriatico e il Lago di Garda, sito quest’ultimo dove è stato registrato un leggero decremento.
Tra le minacce principali che insidiano la specie, va certamente annoverato il bracconaggio, che colpisce perlopiù gli individui svernanti. Un altro problema per questa specie acquatica è rappresentato dalla cattura accidentale in reti da pesca. Data la scarsità di informazioni disponibili sulla specie, non è agevole formulare indicazioni mirate dal punto di vista conservazionistico. In linea generale, appare importante prevenire alterazioni dell’habitat nei siti riproduttivi noti. È essenziale, inoltre, limitare il disturbo antropico in queste aree, nonché mantenere in condizioni idonee le principali aree di svernamento conosciute, Alto Adriatico e Lago di Garda.
Stato di salute
La specie è in leggero declino nell’Unione europea, ma nel complesso mantiene uno stato di conservazione favorevole a livello continentale. Nell’Europa “comunitaria” si stimano tra le 9.100 e le 13.000 coppie nidificanti. Il 14-17% della popolazione continentale – stimata in 53.000- 96.000 coppie – e una frazione inferiore al 5% della popolazione globale della specie nidifica entro i confini dell’Europa a 27.
Secondo dati rilevati nel periodo che va dal 1970 al 2000, la popolazione nidificante “comunitaria” è in moderata diminuzione, mentre quella svernante mostra un andamento più stabile. Il declino registrato in particolare nell’ultimo decennio del secolo scorso è stato compensato solo in parte da un leggero incremento del contingente svernante. In Italia lo Svasso piccolo è prevalentemente nidificante irregolare, migratore e svernante regolare, con una distribuzione concentrata prevalentemente nelle regioni del Nord. Ad oggi non è stato redatto alcun Piano d’Azione Internazionale o Nazionale su questa specie. Non valutato dalla Lista Rossa Nazionale, lo Svasso piccolo risulta specie non cacciabile nel nostro Paese ai sensi della legislazione venatoria (157/92). Canto Il canto dello Svasso piccolo è irregolare e molto acuto, con “toni ascendenti” che raggiungono sonorità sostenute. Durante la fase del corteggiamento, il maschio solitamente emette suoni molto dolci, che usa per conquistare ed attrarre a sé il partner…
Lo Svasso piccolo è un uccello acquatico e, in quanto tale, ottimo tuffatore: vivendo quasi esclusivamente nei pressi di laghi o coste, ha sviluppato piedi lobati con membrane separate lungo ciascun dito. È chiamato anche “collonero” per la tipica colorazione di questa zona del corpo, ma in realtà è molto variopinto. Proprio dietro a ciascun occhio infatti nasconde un caratteristico ciuffo di penne dorate a forma di ventaglio…