Avvistamenti e nidificazione sul lago di Bolsena e nel Lazio
Nella Tuscia è molto facile vedere colonie di taccole vivere e nidificare sugli alti torrioni dei centri storici.
Nel Lago di Bolsena colonie di taccole nidificano e spesso ingaggiano battaglie aeree con i gabbiani nei cieli sopra l’Isola Martana e Bisentina. (oss.dir. P.B)
Si consiglia il libro di Konrad Lorenz (premio Nobel) L’anello di re Solomone dove i comportamenti delle taccole, che vivevano con il grande etologo, sono davvero stupefacenti. (P.B)
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La Taccola è un uccello gregario che nidifica in colonie di consistenza variabile anche se si possono incontrare coppie isolate (Cramp e Perrins, 1994).
Taccola (Corvus monedula) Fonte: Nuovo atlante degli uccelli nidificanti nel Lazio
Ordine: passeriformes
Famiglia: Corvidae
Distribuzione e consistenza nel Lazio
Da un esame della cartina di distribuzione si evince una presenza piuttosto omogenea in tutta la regione, con qualche eccezione sulla dorsale appenninica e nella pianura Pontina, con una occupazione pari a circa il 70% delle unità di rilevamento, particolarmente uniforme nel viterbese e nel basso reatino. Il basso numero di unità di rilevamento ove la specie è assente, data la sua facile osservabilità, dovrebbero indicare una effettiva non presenza della stessa piuttosto che carenze di osservazione. Facendo un confronto con la precedente indagine (Boano et al., 1995), durante la quale risultò occupato solo il 58% dei quadrati, si rileva un sensibile incremento della Taccola, in sintonia con quanto rilevato a livello italiano, probabilmente dovuto, come per altri Corvidi, alla notevole adattabilità ed a comportamenti opportunistici. Questo è il risultato di una espansione che dagli anni ’50, a partire dai centri storici del Lazio centrale (Roma compresa) si è diffusa verso nord-est occupando le principali cittadine (Di Carlo, 1984). In tempi relativamente recenti la specie si è diffusa anche verso sud occupando svariate cittadine in provincia di Frosinone (Boano et al., 1995) e la stessa città di Frosinone (Puzzanghera, 1983). Sui Monti Lepini la specie è passata dalle 6-8 coppie del 1983 alle 20-25 coppie del 1988 (Corsetti, 1990) con un aumento superiore al 200%. Nella città di Roma, all’interno del Grande Raccordo Anulare, sono state censite più di 300 coppie con presenza prevalente nel centro storico (Salvati e Vogel, 1998).
Preferenze ambientali nel Lazio
La Taccola nidifica dentro o nei pressi di centri urbani con presenza di vecchie mura, ruderi o palazzi antichi (55% delle osservazioni) ed occupa, anche per motivi trofici, aree agricole eterogenee, specie se vi sono casali abbandonati e pareti rocciose (20% delle osservazioni); scarsa la presenza in altre tipologie di ambienti. Per quanto attiene alle preferenze altitudinali il 60% delle osservazioni ricade nella fascia 0-250 m s.l.m., mentre solo il 25% delle osservazioni nella fascia 250-500 m s.l.m. Poco frequente ad altezze superiori, anche se sono state registrate alcune segnalazioni intorno ai 1.500 m s.l.m. come anche rilevato nella precedente indagine.
Status e conservazione
A livello europeo è stimata una popolazione superiore ai 5,2 milioni di coppie, stabile tra il 1970 e 1990, mentre tra 1990-2000 è stato registrato un certo decremento della specie in alcune nazioni europee (BirdLife Intermational, 2004). Tale moderato decremento è stato evidenziato nel corso del monitoraggio europeo sulle specie comuni, in cui è stata registrata una contrazione del 6% nel periodo 1990-2006 (PECBMS, 2009). Si stima che la consistenza nazionale della specie sia all’interno di un intervallo di 50.000-100.000 coppie (Brichetti e Gariboldi, 1997). La Taccola non è inserita nella Lista Rossa nazionale (Frugis e Schenk, 1981) né in quella più recente (LIPU e WWF, 1999). Eventuali fattori limitanti potrebbero derivare dal degrado dei centri storici, con distruzione dei vecchi edifici, dove risiede la maggior parte delle popolazioni di questo Corvide. Eventuali misure di protezione al momento non appaiono necessarie.
Aldo Boano
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Taccola o taccola eurasiatica (Coloeus monedula LINNAEUS, 1758)
Ordine: Passeriformes Famiglia: Corvidae
La Taccola è una delle specie più piccole tra i Corvidi, non raggiungendo i 40 centimetri. La maggiore parte del piumaggio è nero o grigiastro tranne che nelle guance, nella nuca e nel collo, che sono grigio chiaro o grigio argento. L’iride è bianco-grigiastra o bianco-argentea, unico membro del genere al di fuori della regione dell’Australasia ad avere questa caratteristica. L’uccello è socievole, si sposta in coppia o in gruppi più consistenti, anche se le coppie di uccelli stanno insieme all’interno degli stormi. Spesso si aggrega con corvi e storni. Il volo è rapido, rettilineo, con profondi battiti d’ala.
Tra le specie di corvidi presenti nelle città italiane la Taccola è quella che occupa più facilmente i settori centrali cittadini L’espansione della Taccola nelle città italiane è da attribuire al fatto che nei grossi centri urbani la specie trova condizioni ideali all’insediamento: alta densità di colombi, ridotta pressione predatoria e persecuzione umana e siti idonei alla nidificazione. L’occupazione degli abitati nelle sedi di nuovo impianto è però sempre posteriore a quelle non antropiche. Le prime sedi occupate nel processo di espansione della Taccola sono, infatti, le rocce delle valli, sedi naturali e primitive per la specie, quindi i ponti sulle strade e le ferrovie e i viadotti delle autostrade.
Il nutrimento viene preso prevalentemente dal terreno, ma un po’ anche negli alberi. Si nutre di insetti e altri invertebrati, semi di alghe e di frumento, resti di cibo umano nelle città, pesci alla deriva sulle spiagge e ruba cibo dalle tavole molto più in fretta di altri uccelli del genere dei corvi. In città preda le uova e i piccoli dei piccioni. Nidifica in muri e rocce, in cavità possibilmente spaziose con ingresso relativamente stretto. Spesso coabita con altre specie. Altezza dal suolo: da 2-3 m a oltre 100 m. Il nido è a coppa, composto da stecchi, rametti, pezzi di carta, pelli, plastica, ossa, ciuffi erbosi, radici, piuma, lana, corda, fili naturali e\o artificiali etc. Il nido viene costruito dalla coppia in 1-3 settimane. Di solito viene rioccupato. Le uova hanno forma da ovale a ellittica e sono lisce, lucide, di colore nero, bruno-oliva o grigio. Di solito ci sono 4-5 uova per covata. La deposizione ha luogo da circa la prima metà di aprile fino a fine maggio. Le uova vengono covate per 17-18 giorni.
Prospettive
Trattandosi di specie di facile rilevamento, la sua distribuzione e le fasi della sua espansione in Italia sono ampiamente conosciuti. Tuttavia, i vari aspetti della demografia e dell’ecologia della Taccola sono stati scarsamente studiati. Completamente assenti risultano le informazioni sul successo riproduttivo della specie. Poiché è una specie coloniale e abbondante non è possibile formulare un FRV. La Taccola non necessita attualmente di particolari misure di conservazione. Per evitare casi di persecuzione umana ai danni della specie può comunque essere utile diffondere maggiori conoscenze sul ruolo che la Taccola può svolgere per contenere le popolazioni di Colombo di città.
Minacce
Il disturbo antropico può ridurre il successo riproduttivo della Taccola. È possibile che azioni dirette alla limitazione dei colombi (chiusura dei siti di nidificazione) e le ristrutturazioni in genere degli edifici possono giocare un ruolo negativo. Localmente sono stati registrati casi di persecuzione umana della specie sfociati anche in abbattimenti di esemplari, atteggiamento ingiustificato in virtù della considerazione che la Taccola, competendo per i nidi con il Colombo di città e predandone le covate, costituisce un elemento di contenimento naturale di una specie ritenuta problematica. La disponibilità di buchi influenza positivamente il numero di coppie riproduttrici. A Roma tre sono risultati i fattori critici per il successo delle attività riproduttive della Taccola: il disturbo umano, la predazione da parte delle cornacchie e la già ricordata disponibilità di cavità. In Spagna il fallimento dei nidi è dovuto a predazione da parte del Corvo imperiale, interferenza intraspecifica, disturbo umano e parassitismo al nido da parte del Cuculo dal ciuffo, inedia dei pulcini e involo precoce. In Finlandia le cause del fallimento dei nidi includono la predazione da parte di Rattus norvegicus e probabilmente da parte di Scoiattolo
Stato di salute
L’andamento demografico della Taccola in Europa, nel decennio 1990-2000, risulta stabile. Infatti, nonostante alcune importanti popolazioni come quella turca e quella francese siano risultate in decremento, svariate altre popolazioni di rilievo della specie sono rimaste stabili o sono incrementate (Russia, Romania, Bielorussia, Regno Unito). La popolazione dell’Ue è stimata in 2 milioni e 507mila – 4 milioni e 628mila coppie (BirdLife international 2004), che equivale al 31-48% della popolazione europea, che a sua volta è pari al 50-74% della popolazione globale della specie. La popolazione italiana è stimata in 50mila-100mila coppie. La Taccola non è inserita nella Lista rossa nazionale ed è una specie non cacciabile in Italia ai sensi della legislazione venatoria (art. 18, 157/92). La popolazione italiana appare stabile nel periodo 1990-2000. Nelle regioni settentrionali la specie ha mostrato un marcato ampliamento di areale. Nei capoluoghi italiani la Taccola ha registrato una forte espansione a partire dagli anni ’50. Il momento di maggiore colonizzazione dei centri urbani è avvenuto in una fase successiva, concentrandosi particolarmente negli anni ’70 e ’80. È di questi decenni l’espandersi nelle città sulla via Emilia a nord e a sud di Bologna, l’ingresso in molti centri umbri e toscani e l’incremento in Sicilia e Sardegna.
Canto
Il verso della taccola è un frequente, nasale e acuto “jak, chiak, kya, ciak” e note simili. Spesso emette richiami in gruppi misti con il corvo, producendo suoni più forti e squillanti.
La Taccola è il protagonista del celeberrimo “L’anello di Re Salomone” dell’etologo Konrad Lorenz, che ha dedicato a questa specie un saggio specifico, “Osservazioni sulle taccole”, descrivendone dettagliatamente il comportamento sociale. A dare le mosse alle sue riflessioni era stata la Taccola Cioc, che egli aveva allevato fin dalla schiusa dell’uovo e che si era attaccata a lui come a un genitore putativo. Nasceva da queste osservazioni, poi ampliate e approfondite, la teoria dell’imprinting, che lo ha reso noto anche a un pubblico di non addetti ai lavori.
Fonte. Wikipedia e www.uccellidaproteggere.it