Sopra: Lago di Bolsena. Fistione turco, femmina
Sotto: Lago di Bolsena.Fistione turco, maschio.
Foto di Alina Briciu
Sopra: Lago di Bolsena. Fistione turco, femmina
Sotto: Lago di Bolsena.Fistione turco, maschio.
Foto di Alina Briciu
Sotto: Fistione turco maschio. Lago di Bolsena.
Foto: Gianni Chiancianesi (18 11 23)
e Luisa Patacchini (Porto di Marta, novembre 2023)
Sotto:
gruppo di Fistione turco vicino ad una capanna tipica (Gradoli). Un esemplare si alza in volo. Lago di Bolsena. Foto Alina Briciu
Sotto: Fistione turco con prole
Sotto ancora:
gruppo di Fistione turco vicino ad una capanna tipica (Gradoli). Un esemplare si alza in volo. Lago di Bolsena.
Foto Alina Briciu
Sotto: gruppo di Fistione turco si alza in volo. Lago di Bolsena. Foto Edo Parri, gennaio 2022
Lago di Bolsena.
Video 1: Femmina di Fistione turco con due pulcini. Parte di Gradoli.
Video 2 : Colonia di Fistione turco Femmine con prole
Video 3: FISTIONE FEMMINA CON DUE PULCINI Tra la gente a Gradoli. 06 08 23
Video 4: LA DANZA SONORA DEI FISTIONI TURCHI
Video di Paolo Bologna
Avvistamenti, notizie e nidificazione nel Lazio e sul lago di Bolsena
Il Fistione Turco è da qualche anno una presenza costante e in costante aumento nel lago di Bolsena, dove nidifica soprattutto nella zona di San Lorenzo-Gradoli. (P.B.)
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Il Fistione turco (Netta rufina) Fonte: WWF Roma e area metropolitana (https://www.wwfroma.it)
Il Fistione turco (Netta rufina) è una specie migratrice con un areale molto vasto, esteso dall’ Europa sino all’ Estremo Oriente. L’areale europeo, soprattutto nel settore occidentale é discontinuo e la specie é prevalentemente localizzata in poche aree.
In Italia é specie svernante, nidificante con un piccolo numero di coppie in Sardegna, nell’ Italia settentrionale ed in poche aree dell’ Italia centrale, tra le quali il lago di Bolsena. I soggetti svernanti si concentrano soprattutto nell’ area del Garda, nel Sinis (Oristano) e nei laghi vulcanici dell’ Italia centrale dove, negli ultimi anni, si é concentrata la percentuale più alta di individui. In particolare due aree, il lago di Martignano, un piccolo bacino vulcanico di circa 250 ha ed il lago di Bolsena, un esteso e profondo bacino che rappresenta con 115 km2 il quinto lago italiano per superficie, hanno raccolto negli ultimi anni oltre il 50% del totale degli individui svernanti in Italia. Il dato relativo al lago di Martignano per il 2019 con 710 individui supera abbondantemente la soglia dell’1% (550 individui) necessaria ad individuare un’area di importanza internazionale nella zona “Europa centrale e sud-occidentale/Mediterraneo occidentale” (Wetland International, 2019). Tale dato appare particolarmente significativo perchè i valori soglia per individuare le zone umide di importanza internazionale sono molto alti e di solito non vengono raggiunti se non dalle aree più grandi. L’incremento della specie a partire dagli anni 2000 ha visto i dati relativi alla specie passare da circa 40 esemplari a 170 nel 2010, 330 nel 2014 sino a 710 nel 2019 e 409 nel 2020.
Questo piccolo lago a pochi chilometri da Roma presenta condizioni ambientali estremamente favorevoli allo svernamento delle specie tuffatrici, prevalentemente Moriglioni, Morette, Cormorani, Svassi piccoli, Svassi maggiori, ma grazie alla tranquillità assicurata dall’ area protetta di Bracciano-Martignano e all’ assenza di significativi elementi di disturbo, le rive non sono raggiunte neppure da una strada asfaltata, anche importanti contingenti di anatre di superficie, soprattutto Fischioni, Germani reali, Canapiglie ed Alzavole trascorrono i mesi invernali nella zona. Negli ultimi anni si sono verificati significativi incrementi anche nel lago di Bolsena e nel 2020 (Scarfò ex verbis) nel lago di Vico, facendo ritenere che siano proprio le acque profonde dei laghi vulcanici la tipologia ambientale preferita per lo svernamento da questa specie. Il Fistione turco é un’ anatra prevalentemente erbivora e nelle le acque limpide dei laghi vulcanici dove le grandi praterie di Characee alghe verdi che costituiscono importanti popolamenti sui fondali compresi tra 6 e 20 m di profondità, trova una importante risorsa alimentare. La splendida colorazione dei maschi, con la testa di grandi dimensioni ed il colore arancio acceso rappresenta un elemento di riconoscimento assolutamente inconfondibile, anche a notevole distanza; anche le femmine, sebbene più mimetiche come tutte le anatre e caratterizzate da una colorazione bruno chiara, con un tipico disegno del capo, risultano scarsamente confondibili con le altre specie. In inverno presenta marcate abitudini gregarie e sulle rive di Martignano non é difficile osservare gruppi di centinaia di individui che, se non disturbati, sostano a pochi metri dalla riva. A livello internazionale la specie é considerata a basso rischio (Least Concern) per quel che riguarda la sua conservazione: sebbene nei settori europei risulti relativamente poco numerosa e localizzata, il vastissimo areale di distribuzione costituisce una importante garanzia per la sua tutela.
** Mauro Bernoni è socio della S.R.O.P.U, ornitologo, collaboratore del Parco di Bracciano e professore ordinario di scienze naturali presso il Liceo I.Vian di Bracciano
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Fistione turco (Netta rufina, PALLAS, 1773) Fonte: www.uccellidaproteggere.it
Ordine: Anseriformes Famiglia: Anatidae
Il Fistione turco è presente in Europa, Asia e Africa. Predilige comunque le zone settentrionali, anche se difficilmente si spinge a nord del 55° parallelo. In Italia nidifica in Sardegna e in altre residue aree umide del nord Italia, in passato diffuse sull’intera Pianura padana. Il suo nido è generalmente immerso nella vegetazione palustre ed è ricoperto di piumino, che la femmina si strappa addirittura dal ventre.
I fistioni turchi depongono una covata l’anno, composta da otto a dodici uova e, in condizioni sufficientemente favorevoli, la specie non incontra problemi a riprodursi anche in cattività. Nei 26-28 giorni della cova la femmina abbandona le uova solo per i pochi istanti necessari per mangiare e bagnare il piumaggio. Una volta nati, i pulcini vengono protetti ancora per una trentina di giorni.
Per nutrirsi, gli individui di Netta rufina mangiano piante acquatiche, ma anche insetti, pesciolini, sementi, molluschi, germogli, lumache e larve. A differenza della maggior parte delle anatre tuffatrici, questa specie si nutre anche restando in superficie o senza immergersi troppo nell’acqua. Ma, quando si tuffa, può arrivare dai due ai quattro metri di profondità.
Molto accentuate le differenze tra i sessi. Il maschio adulto di Fistione turco presenta i tratti più caratteristici: ha la testa arrotondata arancione o rossiccia, con il becco e gli occhi rosso corallo e il petto nero. I fianchi sono bianchi, mentre il dorso è castano e le ali presentano sfumature rossicce. La femmina si distingue per il mantello bruno, le guance bianche e gli occhi scuri. La taglia media del Fistione turco è di 54-58 cm, con un’apertura alare che raggiunge in media gli 88 cm.
Prospettive
A causa della carenza di dati, è impossibile calcolare il Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la popolazione di Fistione turco. Attualmente, l’unica area in cui la specie nidifica con certezza è localizzata nell’Oristanese.
Ciononostante, in base alle osservazioni effettuate, è stato comunque possibile individuare alcune azioni da mettere in pratica affinché la popolazione di Fistione turco, che oggi risulta essere sostanzialmente stabile in Italia, possa intraprendere nel giro di alcuni anni un trend positivo.
Prima necessità, un attento monitoraggio della popolazione nidificante. È inoltre importante garantire la conservazione dell’habitat nelle aree di sosta e svernamento. Questo vale per l’area sarda, ma anche per l’Italia meridionale e la Sicilia, che sono interessate dallo svernamento di popolazioni sempre più scarse provenienti dai Paesi dell’Est.
Non è tutto: bisogna infatti prevenire eventuali forme di disturbo di natura antropica che possono essere da ostacolo alla sopravvivenza della specie. In questo senso sarebbe necessario un duplice impegno: in primo luogo per un controllo dell’attività venatoria illegale che tuttora insiste sulla specie e, poi, per la creazione di nuove aree adatte alla sosta dei fistioni turchi.
Minacce
Sebbene la specie prediliga laghi di grandi dimensioni, moderatamente profondi, circondati da canneti e specchi d’acqua aperti, in Europa occidentale si è adattata anche ad ambienti più circoscritti. Si tratta spesso di piccoli specchi d’acqua – con superficie ricoperta da una fitta vegetazione di piante acquatiche emergenti – e circondati da alberi.
In condizioni di questo tipo, il Fistione turco riesce a mantenere un tasso di involo medio di otto giovani per coppia. Eventuali influenze negative sul successo riproduttivo possono essere date, come per molte altre specie, da condizioni metereologiche avverse o da cambiamenti nei livelli dell’acqua, provocati da stagioni siccitose o piogge intense.
Anche il degrado dell’habitat e l’attività venatoria rientrano tra le principali minacce per il Fistione turco. La specie risente in particolare dell’avvelenamento provocato dall’ingestione di pallini da caccia ed è talvolta vittima di reti da pesca a causa delle sue abitudini da anatra tuffatrice.
Ma anche i frequenti peggioramenti della qualità dell’acqua possono mettere a rischio la sopravvivenza del Fistione turco, soprattutto se si determina una riduzione della concentrazione di Nitellopsis obtusa , alga fondamentale nella dieta degli individui di questa specie. Resta infine da sottolineare il fatto che la specie è potenzialmente soggetta al rischio di contagio di influenza aviaria.
Stato di salute
Attualmente il Fistione turco è classificato come sicuro, con uno stato di salute favorevole sia a livello continentale sia in Unione europea. In Italia la specie è stata inserita nella Lista Rossa Nazionale e ne è proibita la caccia, essendo protetta dalla legislazione venatoria vigente.
In Unione europea, nel periodo 1970-1990, la specie ha mostrato un largo incremento del contingente nidificante, accompagnata da una relativa stabilità di quello svernante. Nel decennio successivo il trend è rimasto sconosciuto per quanto riguarda il contingente nidificante, mentre la popolazione svernante ha mostrato un moderato incremento.
Significative le percentuali della popolazione continentale e globale che nidificano in Unione europea. Le stime indicano una quota del 16-20% della popolazione continentale della specie – vale a dire un numero di coppie compreso tra le 27 e le 59mila – e una frazione compresa tra il 5 e il 24% di quella globale.
Poco rilevante, di fronte a questi numeri, risulta il peso della popolazione italiana ai fini della conservazione della specie. Nel periodo 1990-2000 il contingente nidificante non ha superato le 60 coppie, mentre la popolazione in Unione europea in quel periodo andava dalle 4.200 alle 12mila coppie. Da un’analisi dei dati nel periodo che va dal 1991 al 2000 si evince che il numero di siti occupati in Italia almeno una volta nel decennio non superi le 46 unità e comprenda, in gran parte, siti occupati per un solo anno. Nessuno di questi ha inoltre superato le 50 presenze, individuate come soglia minima per assegnare alle aree la qualifica di “sito di importanza nazionale”.
Canto
Il verso del Fistione turco è poco conosciuto, essendo la specie piuttosto schiva e silenziosa. Gli ascolti effettuati hanno comunque rilevato una sensibile differenza tra i richiami dei due sessi. Il maschio alterna un verso acuto a uno sordo, mentre la femmina emette un suono più monotono e rauco.
Un’anatra dall’aspetto tozzo e dalla testa grossa, resa ancor più appariscente dalle sottili penne rossicce che formano sul capo una sorta di cresta arrotondata: il Fistione turco, soprattutto per quanto riguarda gli individui maschi, è inconfondibile. Specie molto silenziosa, frequenta specchi d’acqua e paludi contornati da una vegetazione fitta e rigogliosa, in particolare canneti, dove si sente protetto e al sicuro per costruire il nido…